11 Ottobre 2024
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I Lusci

Ambrogio Lusci

Nasce in Italia, ad Iglesias, in provincia di Cagliari, il 20 agosto 1907.

Nel 1935, partito come volontario per l´Africa Orientale, compie le sue prime esperienze di lavoro alle dipendenze dell´Istituto Geografico De Agostini che lo utilizza come cartografo per alcuni rilievi in Libia, contemporaneamente inizia l´attività di fotografo al servizio dell´esercito italiano.

Nel 1937 viene inviato ad Asmara dove, soggiogato dalla bellezza dei luoghi, comincia a fotografarli per proprio diletto. Ben presto, però lascia ogni altro lavoro e si dedica unicamente alla fotografia, rivelatasi la sua vera vocazione e la sua più autentica espressione.

Sposatosi nel 1942 con Anna Mignozzi, si stabilisce con lei definitivamente in Asmara ma, poco dopo il matrimonio, nel 1943, viene fatto prigioniero dagli inglesi e, deportato ad Erba, in Sudan, lascia la giovane moglie in attesa di un bambino.

Internato in un campo di concentramento vi resterà fino al 1945, quando verrà trasferito al Forte Baldissera di Asmara; ne uscirà libero soltanto nel 1946 quando, finalmente, potrà abbracciare suo figlio Antioco.

Nello stesso anno 1946 gli si presenta l´opportunità di rilevare lo studio “Foto Eritrea” dal Sig. Dilernia, un connazionale decisosi a rientrare in Italia.

Da quel momento comincia anche la collaborazione mai interrotta, con il Quotidiano Eritreo, viene così designato fotografo ufficiale dell´Eritrea.

Muore ad Asmara, dove è sepolto, il 19 agosto 1967.

Antioco Lusci

Nasce ad Asmara il 26 Settembre 1943, dopo le medie inferiori frequenta il liceo scientifico Ferdinando Martini e, diplomatosi, si iscrive alla Facoltà di Ingegneria della locale Università.

Trasferitosi temporaneamente in Italia per proseguire gli studi dopo il biennio, nel 1966 ritorna ad Asmara, dove collabora con il padre, diventando fotografo professionista.

Subentrato al padre, dopo la sua morte, come fotografo ufficiale del Quotidiano Eritreo e del Governatorato, resta in Africa fino al 1979, quando il precipitare degli eventi lo induce a rientrare in Italia.

Stabilitosi a Roma con la famiglia, vi inizia l´attività di fotografo pubblicitario che attualmente svolge con notevole successo.

Mostre Realizzate

Marzo 2003, Roma - “Sete Eritrea” S.Giuseppe Istituto De Merode, Piazza di Spagna

Luglio 2004, Asmara - “Eritrea Tradizionale” Casa degli Italiani

Settembre 2004, Roma - “Eritrea Tradizionale” Vittoriano

Maggio 2005, Roma - “Eritrea Oggi” S.Camillo Forlanini

Luglio 2005, Milano - “Eritrea Oggi” Festival Eritrea 2005

Tutte le mostre con il patrocinio dell´Associazione Italia Eritrea Onlus

Scrivono di loro

Mi sento inadeguato a trasporre in prosa il concerto di sensazioni destate in me dalle fotografie eritree di Ambrogio e Antioco Lusci: soltanto la poesia potrebbe compiere il prodigio. E io poeta non sono. Di una cosa, però, sono certo: davanti a queste immagini è meglio lasciare da parte i discorsi sulle tecniche, sulle pellicole, sugli esposimetri perché i Lusci hanno usato “strumenti” inarrivabili: il cuore e lo sguardo guidati dall´amore profondo per il Paese e le sue Genti. Le ocre e gli ori, i beige e i verdi, i marroni e i gialli della savana e della boscaglia, l´azzurro lieve del cielo e quello profondo del mare; i villaggi dove si ripetono i gesti e le parole dei padri e degli avi; il sole, la polvere e il silenzio rivivono nella loro quotidianità dando l´impressione che il tempo si sia dimenticato di queste terre. Le facce di contadini, pastori, cacciatori, donne, ragazze e bambini, ora serie ora ridenti, riflettono la pacata ancestrale accettazione della vita rude e semplice, degli immutati lavori, delle quotidiane faccende. Genti che hanno adeguato la loro vita ai ritmi della natura senza cercare di violentarla per sottometterla ai loro bisogni. I Lusci hanno immortalato con le loro splendide immagini l´Eritrea delle preghiere,dei proverbi, dei canti, delle fiabe, dei racconti. Le gioie delle nascite e dei raccolti, la dolcezza dell´amicizia, le recondite paure dell´ignoto, i timori per l´incostanza della natura. Non c´è nulla di scontato in queste fotografie, non c´è la ricerca dell´effetto spettacolare fine a se stesso; non sono state fatte per puro appagamento professionale o per dimostrare valentia tecnica: sono puramente un tributo d´amore sincero per un Paese e per le sue Genti e per i valori che si tramandano di generazione in generazione: la solidarietà, il rispetto, l´onore e l´ospitalità.

Gli Eritrei hanno sempre saputo affrontare con orgoglio e dignità le vicende e gli eventi della vita del loro Paese; spesso hanno dovuto subire ma non si sono mai piegati perché l´amore per la loro Terra è sempre stato più forte di tutto. Le loro folcloristiche fantasie, i loro canti, le loro danze gioiose sono la più genuina testimonianza del legame indissolubile con la loro Patria nella gioia e nel dolore.

I Lusci raccontano con le loro fotografie, a tutti coloro che hanno conosciuto l´Eritrea, un´intensa pagina di poesia sostituendo i versi con le immagini dandoci la gioia di poter risentire le intense, irripetibili emozioni vissute in questo Paese. Grazie
”.

Angelo Granara

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